Si svolge sabato 23 marzo 2019 alle ore 10,00 nella Piazza Emanuela Loi a Ozieri la cerimonia di inaugurazione dell’omonima Piazza dedicata a Emanuela Loi.
Alla manifestazione intervengono
S.E. MONS. CORRADO MELIS VESCOVO DELLA DIOCESI DI OZIERI
MARCO MURGIA SINDACO DI OZIERI
DAVIDE GIORDANO CONSIGLIERE COMUNALE OZIERI
CLAUDIA LOI LIBERA MEMORIA, SORELLA DI EMANUELA
GIAN PIERO FARRU REFERENTE LIBERA SARDEGNA
TONINO BECCIU REFERENTE PRESIDIO LIBERA “DON PINO PUGLISI”
GIOVANNA PANI REFERENTE SA.SOL. POINT N.18 OZIERI
L’iniziativa si colloca nell’ambito delle manifestazioni promosse in Sardegna “Verso il 21 marzo”, in occasione della XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in programma il 21 marzo 2019 a Padova (nazionale) e a Cagliari (regionale) in Piazza del Carmine, promossa da Libera.
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Emanuela Loi, nata a Cagliari nel 1967, residente a Sestu, è stata la prima agente donna della Polizia di Stato impegata nel servizio di scorta e la prima poliziotta uccisa dalla mafia. Uccisa a Palermo nella Strage di Via D’Amelio, il 19 luglio 1992. Obiettivo della strage è il giudice Paolo Borsellino, che viene ucciso insieme a 5 dei 6 agenti della scorta: Agostino Catalano (caposcorta), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina e, appunto, Emanuela Loi. L’agente Antonino Vullo sopravvive alla strage; quel giorno era di servizio come autista e nel momento in cui il magistrato citofona a casa della madre e scoppia il tritolo, lui stava facendo retromarcia per sistemare la macchina.
Erano le 16.58 di un afoso pomeriggio di luglio e il magistrato Borsellino, insieme agli agenti della scorta, va a fare visita alla madre in Via Maria D’Amelio al civico 21: l’asfalto era rovente, i grilli echeggiavano tra gli alberi, il profumo di gelsomino si disperdeva nell’aria e molte famiglie rientravano dal mare. “Mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia, la mafia non si vendica. Forse saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la mia morte saranno altri” diceva Paolo Borsellino.
Una Fiat 126 parcheggiata nei pressi della casa della madre di Borsellino e imbottita di esplosivo ha interrotto bruscamente quella quotidianità, dilaniando i corpi fino a ridurli in brandelli, accartocciando le lamiere di numerose autovetture, innalzando nubi di fumo e facendo rimbombare un’incessante sirena che ancora oggi è viva nella memoria di una Palermo che non ha mai dimenticato. Una pioggia di vetro e detriti ha trasformato quel pomeriggio d’estate in un vero e proprio inferno di fuoco, sangue e morte.
Emanuela Loi è rimasta tragicamente uccisa in quell’attentato. Era una donna che amava il proprio lavoro e la sua Sardegna. Aveva intrapreso l’attività nel servizio di scorta da poco tempo e la famiglia era preoccupata, soprattutto dopo la strage di Capaci. Svolgeva il suo lavoro con massima dedizione e professionalità, consapevole del rischio a cui andava in contro. Amava molto il suo mestiere. Era una donne che aveva sempre il sorriso sulle labbra, un tratto che la contraddistingueva. Aveva 24 anni.