Il Treno e la Nave dei Bambini: “Un Ponte d’oro in un Mare di Luce”
Papa Francesco ai bambini sardi: “Ecco perché gli uomini non rispettano la natura”
Un’esperienza che non dimenticheranno mai, un viaggio unico e irripetibile, per un incontro con Papa Francesco che resterà nei loro cuori per sempre. Anche duecento bambini sardi sono stati protagonisti sabato 8 giugno dell’iniziativa “Il Treno (e la Nave) dei Bambini”, promossa e realizzata dal “Cortile dei Gentili”, il dipartimento del Pontificio Consiglio della Cultura per il dialogo tra credenti e non credenti. Con il sostegno di Sardegna Solidale e grazie al supporto di Ferrovie dello Stato, e da quest’anno anche di Tirrenia, di SNAM e di Ferrero, il Treno e la Nave dei Bambini ha portato da Papa Francesco centinaia di piccoli che vivono in condizioni svantaggiate e in contesti di fragilità sociale, per un gioioso momento di dialogo e incontro.
Sardegna Solidale ha così accompagnato a Roma i piccoli, che frequentano gli istituti comprensivi 1 e 2 di Arzachena, le direzione didattiche del 1, 3 e 4 Circolo di Olbia, l’Istituto comprensivo statale di Olbia, e gli Istituti comprensivi di Torpè, Terralba e di Bitti-Onanì-Lula. Bambini che hanno toccato con mano il dramma dell’alluvione del 2013 e che si sono ritrovati con i coetanei provenienti da Genova e da Napoli.
Dal capoluogo ligure sono arrivate tre scuole delle zone intorno al Ponte Morandi, crollato il 14 agosto dello scorso anno, mentre dalla Campania sono giunti i ragazzi della Scuola Vela “Mascalzone Latino”, fondata dall’armatore Vincenzo Onorato per aiutare i quartieri più degradati della città, insegnando loro che il mare può anche dare lavoro.
“Un Ponte d’Oro in un Mare di Luce” è stato il tema generale dell’iniziativa di quest’anno che si è svolta in Vaticano nel Cortile di San Damaso.
I 200 bambini sardi si sono ritrovati al Porto di Olbia e si sono imbarcati sulla Moby Tommy venerdì sera accompagnati da 30 maestre/maestri e coordinati da 10 volontari del CSV Sardegna Solidale. Una volta sbarcati a Civitavecchia, i 240 bambini e accompagnatori della Sardegna sono saliti sul Frecciarossa 1000 proveniente da Genova con 140 bambini e accompagnatori liguri. Dopo una breve sosta a Termini, dove sono saliti a bordo i 20 ragazzi provenienti da Napoli, hanno raggiunto la stazione di San Pietro all’interno del Vaticano.
“Il treno e la nave sono come ponti che uniscono sponde diverse”, ha detto il Cardinal Ravasi introducendo l’udienza nel Cortile di San Damaso. “Questi bambini hanno scavalcato il disastro del ponte Morandi, hanno attraversato quel mar Mediterraneo che a volte è un sepolcro per tanti migranti”, ha ricordato il Cardinale.
A presentare la delegazione isolana al Papa è stato il presidente di Sardegna Solidale Giampiero Farru e, dopo la presentazione dei partecipanti, numerosi bambini e bambine in costume sardo hanno offerto a Papa Francesco diversi doni simboleggianti l’isola: pane artigianale, formaggi, vini, dolci, una bertula, un ricamo, una stola lavorata a mano e dei lavori realizzati dai piccoli per ricordare l’alluvione del 2013.
Poi è stato il momento, emozionante, delle domande al Papa. “Da bambino com’eri a scuola? Ti piaceva studiare? Chi ti ha spinto a diventare sacerdote? Qual è stato il tuo viaggio più bello? Perché gli uomini non rispettano la natura?”.
E Bergoglio ha risposto volentieri a tutti. “No, non mi piaceva studiare, ma ho dovuto imparare a farlo, lo studio ti apre delle porte e ti aiuta ad andare avanti. Una maestra molto buona mi ha insegnato a non odiare mai, nemmeno qualcuno antipatico. A non sparlare, che è come togliere la pelle. Anche le grandi guerre cominciano così. Quando vi viene voglia di sparlare vi dò una ricetta infallibile: mordetevi la lingua”.
Come hai deciso di fare il sacerdote? “Nessuno mi ha spinto a fare il sacerdote” ha risposto papa Francesco, “io studiavo chimica, lavoravo in un laboratorio. E il Signore mi ha parlato al cuore. Dovete imparare a distinguere le voci: quelle di Dio, dell’Angelo custode, da quella del diavolo”.
Il viaggio più bello? “A me non piace viaggiare. Ma mi è successo come ai bambini capricciosi: non ti piace la zuppa? Due piatti! Non ti piace viaggiare? Stai sempre in giro!”. Poi ha raccontato dell’ultima viaggio apostolico: “Il viaggio in Romania mi ha riempito il cuore, ma anche quelli a Genova e in Sardegna sono stati belli”.
Il Papa ha così raccontato che il nome della sua città, Buenos Aires, è stato voluto proprio dai marinai sardi imbarcati sulla nave del primo colonizzatore spagnolo. Furono loro a voler intitolare la nuova città alla Madonna di Bonaria, in spagnolo appunto Buenos Aires.
I bambini hanno poi rivolto delle domande a Francesco sul rispetto dell’ambiente. “C’è gente che butta in mare la bottiglia dell’aranciata – ha risposto il Papa – poi i pesci mangiano la plastica e muoiono. È un gesto di irresponsabilità. O quando si “sforestano” le foreste, che sono il polmone del mondo. O si usano i pesticidi. Lo fanno per i soldi. Bisogna guadagnarli per vivere, ma non è bello vivere per i soldi, ti rovina il cuore, ti corrompe. Una maestra mi diceva che ‘il diavolo entra dalle tasche’”.
Dopo l’incontro i bambini sardi hanno consumato il pranzo insieme ai loro coetanei genovesi e napoletani nei Giardini Vaticani, di fronte alla riproduzione della Grotta di Lourdes. Dopo pranzo la visita alla Basilica di San Pietro con le spiegazioni di Padre Benjamin, messicano. E infine il ritorno in treno a Civitavecchia, dove con la Moby Shaden hanno fatto rientro in Sardegna.
Per tutti è stata una esperienza unica e indimenticabile, che resterà per sempre nei loro cuori.