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Cagliari – Indagine su un’epidemia

1 novembre 2013

Indagine su un’epidemia”, lo straordinario aumento delle disabilità psichiatrice nell’epoca del boom degli psicofarmaci.

Incontro-dibattito con

Giuseppe Tibaldi, psichiatra e coordinatore scientifico del Centro Studi e Ricerche in Psichiatria della ASL 2 di Torino, curatore dell’edizione italiana della ricerca scientifica.

Si svolge venerdì 8 novembre, alle ore 16 e 30, a Cagliari presso la Sala Convegni dell’Hotel Regina Margherita (viale Regina Margherita), il Dibattito Pubblico con la presentazione della ricerca di Robert Whitaker  "Indagine su un’epidemia". l’iniziativa è promossa dall’Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica.

Per la l’attualità e l’importanza del tema trattato è particolarmente gradita la partecipazione al Dibattito dei responsabili dei Dipartimenti, dei Servizi territoriali ed ospedalieri e degli operatori della salute mentale; dei familiari e delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale; degli operatori dei servizi sociali comunali; delle Associazioni impegnate nel campo della salute mentale; dei cittadini sensibili al tema della salute mentale e dei diritti umani.

 

Dalla presentazione dell’edizione italiana:

Se quello che ci è stato raccontato finora è vero, cioè che la psichiatria ha effettivamente fatto grandi progressi nell’identificare le cause biologiche dei disturbi mentali e nello sviluppare trattamenti efficaci per queste patologie, allora possiamo concludere che il rimodellamento delle nostre convinzioni sociali promosso dalla psichiatria è stato positivo. Ma se scopriamo che la storia è diversa – che le cause biologiche dei disturbi mentali sono ancora lontane dall’essere scoperte e che gli psicofarmaci stanno di fatto alimentando questa epidemia di gravi disabilità psichiatriche – cosa potremo dire di aver fatto? Avremo documentato una storia che dimostra quanto la nostra società sia stata ingannata e, forse, tradita.”

Il contenuto del libro di Robert Whitaker penetra, come un bisturi affilatissimo, nella carne viva dell’esperienza quotidiana dei professionisti della salute mentale e delle persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale (anche come familiari). Questo bisturi sembra in grado di aggredire – in modo efficace e salutare – alcune “cisti di opacità” che comprimono, limitandole, la capacità di agire e di pensare degli operatori psichiatrici come pure le richieste e le aspettative dei “pazienti” e dei familiari. L’ipertrofia della funzione del farmaco, rispetto alle altre dimensioni essenziali della relazione interpersonale e terapeutica, è sotto gli occhi di tutti. Fare in modo che il farmaco perda il suo alone (pseudoscientifico) di onnipotenza e torni a essere semplicemente utile, per un periodo di tempo circoscritto, è un obiettivo qualificante per tutta la psichiatria di comunità italiana. Essa è stata consapevole – soprattutto all’inizio – che il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza, compreso quello alla guarigione, non aveva nulla a che fare con i recettori della serotonina o della dopamina.”

 

per info: 3381597287 – 3207721343